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giovedì 28 settembre 2017

Il giorno della marmotta - 1

Quasi due anni fa la scuola media di St. Mary Mead aveva avviato una lotteria al nobile scopo di costruire una bella postazione video dove fosse possibile per qualsiasi classe guardare un film godendoselo nel migliore dei modi.
La lotteria aveva riscosso gran successo e aveva fruttato due LIM. In seguito poi, con aggiunte della scuola, con i buoni dei supermercati e non so quali altre losche manovre erano arrivate altre LIM, qualche computer nuovo e - incredibile ma vero - perfino un proiettore che funzionava validamente. Nel frattempo, grandiose manovre da parte del comune e pingui finanziamenti di un PON (misteriosa sigla che porta con sé molte scartoffie e grande impazzamento della scolastica collettività ma, quando le cose vanno bene, anche parecchi soldi) ci hanno permesso di avviare un Grandioso Laboratorio Informatico che presto verrà inaugurato alla commossa presenza dei genitori.
Così l'anno scorso, nei rari momenti in cui sono riuscita a frequentare e fare lezione, ho fatto vedere qualche film sulle LIM nelle giornate piovose e parecchi film nell'Aula Magna, che continuava ad avere le tende scure e che finalmente era assai impreziosita da un buon proiettore e da un sonoro più che dignitoso: meraviglia delle meraviglie, il film potevamo perfino sentirlo, oltre che vederlo - che nella scuola media di St. Mary Mead non è affatto scontato.
Viziata da cotanto lusso quest'anno non mi sono doluta né di avere l'unica classe della scuola senza LIM (dove faccio storia) né una classe dove la LIM, poverella, funzionerebbe anche volentieri e onorevolmente peccato che non funzioni il computer se non in certi giorni che nemmeno il più bravo astrologo riuscirebbe a prevedere (dove faccio Geografia). 
Così, dopo aver ficcato senza riguardo Timbuktu nell'Asia orientale, ho preparato cinque graziose foto dove i monumenti di Timbuktu risaltavano nella loro bellezza e grandezza e dove la posizione di Timbuktu in Africa era evidenziata al di là di ogni possibile equivoco. E ho portato la classe in Aula Magna... dove niente era collegato.
Nel Laboratorio di Informatica c'era però Jorge.
"Jorge carissimo, verresti per favore a collegare il proiettore nell'Aula Magna?".
"Ah, ma il proiettore che c'è non funziona, per questo ho staccato tutto".
"Ma l'anno scorso funzionava benissimo!"
"Non è quello. Il proiettore nuovo l'abbiamo portato qui, nel laboratorio di informatica. Però presto arriverà quello nuovo per l'Aula Magna".

Non un cane che abbia avvisato, naturalmente. Nessuno avvisa mai di queste sciocchezze, alla scuola media di St. Mary Mead.
Così ho ripreso la classe e l'ho riportata nell'aula senza LIM, dove abbiamo fatto una  scialbissima lezione sulle varie carte geografiche aiutandoci con le piccole foto del libro (che non ho scelto io e che ama le carte da miniaturisti). 
E niente Timbuktu, per ora.
Nel contempo ho visto sfumare nel nulla la possibilità di far vedere alla mia Terza il film Marie Antoinette, con cui volevo fargli ammirare un po' di Settecento francese prima della rivoluzione francese che ormai incombe.
Certo, abbiamo la LIM, ma è un po' sbiadita e in questi giorni, dopo parecchia pioggia, siamo allietati da un gran sole che trafora implacabile le nuove tende chiarissime che il Comune ci ha finalmente mandato. E anche in Biblioteca abbiamo delle belle tende molto chiare - adattissime per una biblioteca, un po' meno per una sala cinema. Senza contare che per una classe di 23 alunni 23 guardare un film sulla televisione non è proprio il massimo.
D'accordo, presto pioverà di nuovo. Ma non ha molto senso far vedere un film rococò come Marie Antoinette mentre Napoleone conquista l'Italia o si va a schiantare in Russia. Almeno, non mi sembra. Non gestisco un cineforum, faccio un corso di storia, e cerco anche di farlo in fretta perché dovremmo essere già come minimo a unificare l'Italia.

Ma all'inizio dell'ennesimo anno in cui non so come fare a vedere decentemente un film alla classe, dopo che genitori e Coop e Ministero e non so quant'altri si sono svenati per fornirci di adeguate postazioni informatiche (scordandosi però sempre, con monotona regolarità, di pagarci anche delle tende scure), comincio seriamente a domandarmi se non sto ripetendo sempre lo stesso inizio d'anno scolastico, nella stessa Aula Magna dove non si riesce a collegare il computer con il proiettore e, quand'anche ci si riuscisse, il proiettore non funziona - come nell'ormai classico Giorno della Marmotta, e se ci sarà mai un anno in cui, nei primi giorni, riuscirò a far vedere un film a una classe senza colpo ferire, così, come se fosse una cosa normale e non un prodigio mai visto.
Un film. Un piccolo, innocuo, modesto film ad ambientazione storica. E qualche foto di Timbuktu.
Siamo sinceri, non mi sembra di chiedere molto.

7 commenti:

Pellegrina ha detto...

Cose note, cose note.
Pero' ti prego, il rococo' madeinCoppola ma è come mangiare il Mont Blanc di panna vegetale o i gamberetti di tofu.

minty ha detto...

In tutte le scuole da me frequentate, dalle elementari al liceo, c'erano installate le veneziane. Non il massimo della comodità, ma quando c'era da far scuro, facevano abbastanza scuro.
Nella mia beata ignoranza credevo trattarsi di direttiva governativa che coinvolgesse tutte le scuole del regno: veneziane per tutti! Scopro invece che esistono scuole con tende chiare, suppongo in tessuto. Meraviglia! :-O
(Probabilmente è solo che sono troppo vecchia io, e nel frattempo sono semplicemente cambiate le direttive governative XD)

dolcezzedimamma ha detto...

Da noi niente tende. Contro il sole ...fogli di giornale

Murasaki ha detto...

@Pellegrina:
Ti dirò, a me è piaciuto, e anche ai ragazzi quando gliel'ho fatto vedere. Coglie bene anche quel senso di distanza siderale tra la corte francese e il resto del mondo... comunque per stavolta il problema non si pone, è disperso in entrambe le biblioteche vicino a casa mia che ci hanno la filmoteca, e quella della nostra scuola è ancora in costruzione. Ci sarebbe una biblioteca fiorentina assai ricca, ma per i prossimi giorni danno sole splendente, ed è un caso in cui o domani o mai più. Passerò direttamente al Marchese del Grillo, mi sa. A proposito, qualcuno conosce un bel film definitivo sull'Inghilterra vittoriana e imperialista adatto a fanciulletti di buoni sentimenti e non ancora troppo cresciuti?

Murasaki ha detto...

@Minty:
No, le veneziane non sono il massimo, ma per la LIM sarebbero senza dubbio un aiuto. Qui da noi però non sono mai andate di moda. L'ideale sarebbero tende doppie, prima uno strato di tende chiare poi uno strato di tende scure. In biblioteca prima erano così. Ma non dipende da direttive governative, solo da quel che balza in testa al comune di turno, almeno per le scuole medie: il Ministero non ha mai pensato a emanare direttive sulle tende, salvo dire che devono essere ignifughe (che mi sembra una richiesta assai ragionevole e opportuna) e forse DOVREBBE!

@Dolcezze:
AAARGHHH! Bene, credo che d'ora in poi guarderò con molto maggior rispetto le nostre tende in tessuto chiaro, che se non altro il sole lo parano, anche se sono piuttosto difficili da maneggiare. Per inciso, in questo momento una classe senza tende di sorta l'abbiamo anche noi, ma si suppone che sia un fenomeno MOOOLLTO temporaneo. Si suppone. Si spera. Ci si augura.

Pellegrina ha detto...

Il cinesole...
Il fatto è che gli statunitensi non possono toccare la storia europea perché ne esce al massimo Las Vegas. Puo' piacere, ovvio, ma non è quella. Si salvano solo Joseph Losey e Stanley Kubrick.
sull'Inghilterra vittoriana non mi viene in mente ma ci sarà certo qualcosa. O meglio mi viene in mente un film medio (perché come al solito mistificato e semplificato con l'accetta) tratto da un libro meraviglioso che pero' non c'entra con l'imperialismo: Juda l'oscuro di Thomas Hardy.

Con molta ignoranza in materia ti diro' che ho apprezzato il film su Mountbatten uscito in Francia quest'estate e in uscita ora in Italia che racconta il passaggio di consegne tra Inglesi e Indiani al momento dell'indipendenza.

La regista è indiana e la produzione angloindiana e presenta un'India colorata, pulitissima, solare. Molto diversa dal cliché. Ovviamente si tratta dell'India vissuta dai servi e funzionari della corte, una sorta di aristocrazia dei colonizzati "collaborazionisti" che vive in un mondo a parte. Ha strascichi di polpettone che potrebbero piacere ai preadolescenti (una castissima storia d'amore interreligioso mooolto telenovela nei tempi e nelle seghe mentali vissuta nel bel mezzo dei conflitti della spartizione) e una bella rappresentazione della cosiddetta "decolonizzazione", dai conflitti suscitati ad arte fino ai suoi strascichi odierni di violenze e disperazione, in cui i bianchi di medio livello sociale passano da dominatori a umanitari senza riuscire a padroneggiare realmente la situazione. La parte politica per me è la più interessante, senza alcuna indulgenza ai buoni sentimenti, è anche facile da comprendere con minime conoscenze dello scenario, ma non ho la minima idea sulla sua effettiva attendibilità. Mi è venuto in mente perché comincia con lo sbaraccamento di un colossale e orrendo busto della regina Vittoria dalla reggia del vicerè: i due servi indiani che la portano via commentano: "Qui non ci è mai venuta e adesso ecco che se ne riparte per sempre". Molto più scafato e meno kolossal del Gandhi di Attenborough.

L'unica riserva l'avrei sulla visione di Mountbatten: mentre la moglie di lui, l'affascinante e intelligente Edwina (quella che credo abbia ispirato il personaggio omonimo de La grande pioggia) è resa abbastanza bene, lui diventa un grigio funzionario non troppo intelligente, mentre sembra fosse un uomo intimo della famiglia reale, brillantissimo, fascinoso e molto ambiguo (cosa su cui il film che è assai pudico glissa, come sugli amori questi si' certi tra Edwina e Nehru, solo un paio di occhiate e di posizioni del corpo potrebbero alludervi per chi conosce i retroscena).
Insomma quando sei più avanti col "programma" ;) magari ti fa comodo.

Su Maria Antonietta direi piuttosto Les adieux à la reine tratto dal bel libro, piuttosto claustrofobico come tutti i suoi, di Chantal Thomas, con una bravissima attrice nella parte della regina. Distanza siderale, fascino e spietatezza del potere avvolti nelle piume assicurati. Forse non è proprio da preadolescenti, perché è molto statico. Ma meritano entrambi, film e libro.

Murasaki ha detto...

Sono anche d'accordo in linea di massima (anche se Marie Antoinette mi è piaciuto anche come spettatrice, e perfino come storica) ma quando rifili un film alle medie devi cercare un punto di mediazione, e soprattutto tenere conto che mancano quasi completamente di background data la giovane età, oltre ad avere una sensibilità molto diversa dalla nostra. Cerco sempre una roba che abbia una bella storia portante, molta vita quotidiana e dei costumi fatti bene. E non dimentico mai che uno dei film più apprezzati per l'età elisabettiana è... Shakespeare in love. Sì, proprio lui. Quando uscii dalla sala avrei volentieri strozzato regista e sceneggiatore con le loro medesime budella, ma quando lo proposi con molte incertezze e quasi scusandomi dopo una piccola rassegna di tre film di Shakespeare ottenni un successo travolgente che il povero Shakespeare non aveva affatto ottenuto. E' essenzialmente una furbata, ma con loro funziona perché non possono rendersene conto e vedono solo la storia d'amore centrale e il gioco dei travestimenti.
Grazie della segnalazione su Lord Mountbatten, che mi era completamente sfuggito. Andrò a vederlo ora che esce per mio personalissimo interesse, e deciderò se farlo vedere in classe. Potrebbe essere una ottima alternativa a Gandhi (che non ho mai proposto ma che non sempre mi sembra aver suscitato sempre un entusiasmo travolgente tra gli studenti) e da quel che ho capito potrebbe essere proprio quel che cercavo, anche se non è molto vittoriano.